Rita Hayworth

Copyright © AFP / Columbia / The Kobal Collection – Rita Hayworth

 

Rita Hayworth nacque Margarita Carmen Cansino il 17 ottobre 1918. L’attrice nacque in una famiglia di ballerini, prendendo lezioni di danza fin da piccola. Nel 1926 prese parte ad un film minore della Warner Bros “La Fiesta”. L’anno successivo, Rita si trasferì con la famiglia a Hollywood nella speranza di sfondare come ballerini. Dopo il pesante segno lasciato dalla Grande Depressione l’interesse per i musical diminuì, Rita e il padre formarono i “Dancing Cansinos” esibendosi al Caliente Club. Fu qui che Winfield Sheehan, capo della Fox Films, si avvicinò a Rita. Seguì un provino di successo dopo il quale l’attrice venne messa sotto contratto con il nome di Rita Cansino.

Nei primi passi della sua carriera, le venne spesso affidata la parte della caratterista, interpretando perlopiù il ruolo della straniera esotica, scelta dettata dal suo look mediterraneo. Rita ebbe il suo primo ruolo da protagonista nel film “Human Cargo” del 1936. Per poter avere una più ampia scelta di ruoli, si tinse i capelli di rosso scuro e utilizzò il nome da nubile di sua madre, Hayworth, cambiando la sua immagine in quella della tipica bellezza americana.

L’attrice rafforzò il suo ruolo da sirena del grande schermo, indossando un sensuale abito bianco con una collana deliziosa in “Sangue e arena” (1941).

La Hayworth fu la prima attrice ad essere affiancata a Fred Astaire e Gene Kelly. Nel 1941 recitò con Astaire in “L’inarrivabile felicità”, uno sbalorditivo successo di pubblico in cui lei faceva piroette con un abito nero fatto di strati di tulle e chiffon e uno spacco sulla coscia. La pellicola “Non sei mai stata così bella” (1942) vide Astaire ed Hayworth recitare di nuovo insieme, con costumi disegnati da Irene. Gli abiti della Hayworth erano un esercizio di illusione ottica, con una trama color carne, suggestivamente decorati con perline, pizzi e lustrini. Travis Bunton creò i costumi della showgirl, quaranta tra gonne e splendidi abiti con un gioco di colori, in “Fascino” (1944), dove recitò insieme a Gene Kelly.

Fu invece Jean Louis a creare gli abiti per l’acclamatissimo film noir “Gilda” 1946. Lo stilista creò un guardaroba per il film che, si vociferava, valesse 60 mila dollari. Incluso l’abito di raso nero indossato con i guanti, una camicia a manica lunga e una gonna avvolgente in coordinato, arricchita da fiori realizzati con lustrini.

Per la “Signora di Shanghai” (1947), Jean Louis creò invece un guardaroba monocromatico, per abbinarsi con il film, un cupo noir in bianco e nero. La Hayworth provocò un acceso dibattito quando per interpretare questo ruolo si tagliò i capelli rosso rame, tingendoli di un biondo platino. Il film ottenne una bocciatura di pubblico e critica, perciò la Hayworth decise di prendere una pausa dal grande schermo. Il suo ritorno in “Trinidad” (1952) fu un trionfo, superando addirittura “Gilda” negli incassi. Nella scena finale del film, l’attrice indossava un abito da sera lungo e luccicante con una scollatura vertiginosa. Questa e altre sorprendenti creazioni di Jean Louis vinsero un Oscar come Miglior Costume.

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Written by Bronte Naylor-Jones

Bronte Naylor-Jones is a self-professed fashion nerd based in Surrey, currently completing her degree in Fashion Journalism. She is devoted to old films, rose tea and continues her search for the perfect pair of ankle boots. Looking after the Catwalk Yourself Icons biographies.


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